ITA ENG

Share Prize XIV

Con “Searchlight”, il tema dell’anno 2021, abbiamo anticipato il mondo espressivo che esiste oltre la pandemia e le sue molte asfissianti limitazioni modello bonsai. Per questo abbiamo voluto vedute sconfinate, ariose che espandono la mente. Torneremo, un giorno, al patrimonio del nostro Festival, che è la misura storica ed epica del “cinema muto” torinese con la sua folla in aumento, spade, sandali e vulcani in eruzione

Le Opere ︎︎︎



Sound for fungi

 WINNER 

Theresa Schubert

È ASPETTANDO CHE IL TEMPO PASSI IN MODO CHE TUTTO CIÒ CHE È SIGNIFICATIVO ACCADA.

Il tempo passa e prende tutti questi momenti, che quindi non vengono valorizzati e finiscono per essere dimenticati nella nostra linea del tempo. In una società intrinsecamente connessa al ritmo neoliberale della produzione, percepiamo il tempo delle cose come qualcosa di immediato e momentaneo. Proprio come il tempo conta sempre, il nostro spazio è sempre in movimento. Non c’è momento (nel tempo e nello spazio) in cui possiamo davvero far parte e su cui possiamo riflettere. Forse è questo l’obiettivo. Una separazione del momento reale, la produzione dello sguardo illuso e della falsa coscienza. Dopotutto, va tutto bene quando non perdiamo tempo a pensarci. Quando finalmente abbiamo il tempo per riflettere, è già troppo tardi. Quest’opera vuole fungere da spazio per quella riflessione: assumendo l’atteggiamento dell’attesa forse la vita non ci passerà accanto. Forse respireremo, penseremo e rifletteremo. In modo da poter camminare insieme al tempo. O forse perderemo ancora tutto ciò che il tempo ha da offrire.

Plant Drone

David Bowen

PLANT DRONE ESPLORA L'ANTROPOCENE IN MODO INVERSO E SPECULATIVO.

La performance consentirà a una pianta del paesaggio locale di pilotare un drone di piccole dimensioni. Poichè l’attività umana influenza sempre più l’equilibrio naturale di tutto il pianeta, questa opera solleva alcune importanti domande e pone nuovi scenari per la creazione artistica. E’ possibile per la natura affermare una discreta quantità di significativo controllo su un complesso sistema costruito dall’uomo?

Per “Plant drone”, ho creato un sistema di controllo di volo che si connette ai potenziali d’azione, le correnti di rumore elettrico che si trovano nelle piante. I potenziali d’azione sono spesso generati dalle piante come risposta a stimoli, come ad esempio vento, luce, tatto e suono. Il sistema utilizza un micro controller open source collegato alla pianta per leggere i suoi segnali elettrici come resistenza variabile su ciascuna delle foglie della pianta. Questi segnali saranno raccolti in tempo reale, mappati e usati per pilotare un drone. La pianta sarà, quindi, il pilota del drone che
crea disegni fotografici a lunga esposizione nel cielo.




Sole

Quiet Ensemble

UNA LUCE SOLARE ARTIFICIALE ATTRAVERSA ILLUSORIAMENTE L’ARCHITETTURA.

Sole riflette sulla profonda trasformazione che la tecnologia ha operato nel contesto di molte delle nostre esperienze di vita, divenute infatti sempre più virtuali e mediate da un’intelligenza artificiale invisibile.

L’installazione allude all’effimero del confine tra naturale e artificiale, reale e virtuale del mondo contemporaneo, evocando la possibilità di una tecnologia delicata e invisibile, capace di arricchire e valorizzare la nostra esperienza senza cancellarne la naturalezza. Uno scenario artificiale di luci e ombre, che ridisegna tutte le superfici dell’architettura. Il visitatore attraversa un contesto irreale, viaggia in un tempo e in uno spazio che distano ore, giorni o anni luce dal nostro qui e ora. L’utilizzo delle tecnologie multimediali in questo caso non intende generare una realtà virtuale, ma mira a scomparire, accompagnando l’esperienza lungo percorsi immaginari, ma possibili.

Bosco Mistico

Ooop Studio

GLI SCHERMI SONO DIVENTATI LA PIÙ INFLUENTE, MA TRASCURATA, MATERIALIZZAZIONE DEL DIGITALE E DELLE IPER-SUPERFICI DEL NOSTRO TEMPO.

Il progetto “Screenization” si basa su una dettagliata ricerca teorica che esamina la storia degli schermi e dei loro vari predecessori nel punto di incontro tra percezione visiva, scienze naturali, pratiche performative e archeologia dei media. Il termine Screenization è introdotto per descrivere da una parte la diffusione generale degli schermi in aspetti della vita di tutti i giorni e dall’altra la diffusione più tecnica delle loro proprietà in nuovi contesti e comportamenti. Per rendere tangibili le ipotesi sullo sviluppo futuro degli schermi, sono state sviluppate due infrastrutture sperimentali: unità autonome di pixel che esplorano cosa accadrebbe se questi potessero essere sparsi come vernice e una scultura costituita esclusivamente da un materiale su schermo che mette in discussione la nostra comprensione della superficie e della materialità.




Screenization

Lorenz Potthast

 MENZIONE D’ONORE


GLI SCHERMI SONO DIVENTATI LA PIÙ INFLUENTE, MA TRASCURATA, MATERIALIZZAZIONE DEL DIGITALE E DELLE IPER-SUPERFICI DEL NOSTRO TEMPO.

Il progetto “Screenization” si basa su una dettagliata ricerca teorica che esamina la storia degli schermi e dei loro vari predecessori nel punto di incontro tra percezione visiva, scienze naturali, pratiche performative e archeologia dei media. Il termine Screenization è introdotto per descrivere da una parte la diffusione generale degli schermi in aspetti della vita di tutti i giorni e dall’altra la diffusione più tecnica delle loro proprietà in nuovi contesti e comportamenti. Per rendere tangibili le ipotesi sullo sviluppo futuro degli schermi, sono state sviluppate due infrastrutture sperimentali: unità autonome di pixel che esplorano cosa accadrebbe se questi potessero essere sparsi come vernice e una scultura costituita esclusivamente da un materiale su schermo che mette in discussione la nostra comprensione della superficie e della materialità.



O tempo perguntou ao tempo

João Alves

E’ ASPETTANDO CHE IL TEMPO PASSI IN MODO CHE TUTTO CIÒ CHE È SIGNIFICATIVO ACCADA.

Il tempo passa e prende tutti questi momenti, che quindi non vengono valorizzati e finiscono per essere dimenticati nella nostra linea del tempo. In una società intrinsecamente connessa al ritmo neoliberale della produzione, percepiamo il tempo delle cose come qualcosa di immediato e momentaneo. Proprio come il tempo conta sempre, il nostro spazio è sempre in movimento. Non c’è momento (nel tempo e nello spazio) in cui possiamo davvero far parte e su cui possiamo riflettere. Forse è questo l’obiettivo. Una separazione del momento reale, la produzione dello sguardo illuso e della falsa coscienza. Dopotutto, va tutto bene quando non perdiamo tempo a pensarci. Quando finalmente abbiamo il tempo per riflettere, è già troppo tardi. Quest’opera vuole fungere da spazio per quella riflessione: assumendo l’atteggiamento dell’attesa forse la vita non ci passerà accanto. Forse respireremo, penseremo e rifletteremo. In modo da poter camminare insieme al tempo. O forse perderemo ancora tutto ciò che il tempo ha da offrire.



La giuria